k+a 2013.1 : Lob des Dekors | Eloge du décor | Elogio del decoro

k+a 2013.1 : Lob des Dekors | Eloge du décor | Elogio del decoro

Formulare un «elogio del decoro» potrebbe sembrare azzardato, considerando che l’architettura moderna postulava la funzionalità e la razionalità o addirittura definiva l’edificio come una «macchina». L’ornamento decorativo è stato dichiarato superfluo e spesso è stato totalmente bandito. Nel contesto di un’architettura votata alla sobrietà, gli elementi ornamentali e i componenti strutturali la cui forma andava al di là delle premesse funzionali non potevano più essere considerati un’espressione del proprio tempo. Il potenziale polemico di questi dibattiti ha perso vigore e lo sguardo curioso sul patrimonio culturale costruito della Svizzera rivela scoperte sorprendenti. Tra queste meritano attenzione anche le diverse sfaccettature dell’approccio odierno, talora spensierato, alla decorazione. Il nostro numero di primavera propone edifici di vario genere, che illustrano la ricchezza degli arredi e delle decorazioni di ville private, di castelli e rappresentative dimore di campagna, così come di residenze di imprenditori e commercianti. Tutti gli esempi rivelano una straordinaria varietà di elementi formali e artistici, che invitano a riflettere sulle loro funzioni comunicative, sull’autorappresentazione dei committenti e sulla valenza estetica dell’ornamento come status symbol architettonico.

 

Dossier 1
Georges Herzog
Die langen Strahlen der königlichen Sonne – Ein Hauch von Pariser Noblesse in der Berner Landschaft
Die erstaunlich unprovinzielle Prachtentfaltung der Louis-XIII-Interieurs im Neuen Schloss Oberdiessbach

Riassunto
Un’impronta di nobiltà parigina nella campagna bernese – gli arredi e le decorazioni del castello di Oberdiessbach

Dopo il 1666 Albrecht von Wattenwyl, titolare della signoria di Oberdiessbach, fece costruire da maestranze di Neuchâtel una dimora di campagna ispirata al modello francese, di forte impatto nel contesto rurale bernese. Perfettamente integrato nel paesaggio e dotato di complessi giardini, il castello anticipava numerosi principi delle residenze di campagna barocche, che nel territorio bernese iniziarono a diffondersi ad ampio raggio dall’inizio del XVIII secolo. Oltre al contenitore architettonico, sono di straordinaria coerenza e qualità anche gli arredi. Ovunque nel castello, articolato da una scala monumentale, si sono conservati ambienti rappresentativi, rimasti quasi intatti nel loro stato originale. Stupendi soffitti a cassettoni con modanature color avorio ornate con dorature in varianti sempre diverse, mirabili boiserie scandite da pilastri, pregiati rivestimenti parietali – con arazzi di grande formato o tappezzerie fiamminghe in cuoio dorato e dipinto – nonché le decorazioni pittoriche sorprendentemente ricche dei soffitti e delle boiserie e i dipinti di Albrecht Kauw e della sua bottega inseriti nei rivestimenti in legno elevano il castello al rango di capolavoro nella storia degli arredi. Il testo cerca di porre in luce come gli arredi e le decorazioni del castello siano stati influenzati in misura decisiva dalle condizioni di vita e dall’orizzonte di esperienze dei due committenti, Albrecht e Niklaus von Wattenwyl.

 

Dossier 2
Helen Bieri Thomson
Entre restitution et évocation
Les nouvelles salles historiques du château de Prangins

Riassunto
Tra restituzione ed evocazione

Quindici anni dopo l’apertura al pubblico, il castello di Prangins fa rivivere il suo passato con una serie di sale storiche. Sulla base di due documenti d’archivio fondamentali per la storia dell’edificio e attingendo alle ricche collezioni del Museo nazionale svizzero, il gruppo di lavoro incaricato del progetto ha ricreato degli arredi verosimili per evocare le sale di ricevimento di una dimora signorile nel Paese di Vaud alla fine del XVIII secolo. Si tratta di una scelta motivata da due intenzioni: da un lato, valorizzare la sostanza storica del patrimonio costruito; dall’altro, proporre un’esposizione di storia culturale. Il progetto teso tra restituzione (boiserie nei colori originali, decorazioni in finto marmo, tessuti di arredamento) ed evocazione (scelta di mobili e oggetti rappresentativi della vita quotidiana sulla base di un inventario) si propone di rintracciare e rivelare l’originaria funzione di rappresentanza del castello di Prangins e quindi di interrogare in situ le pratiche culturali e sociali delle élite durante l’Ancien régime.

 

Dossier 3
Gilles Prod’hom
Un décor Louis XVI à Neuchâtel
Le salon de la maison du Pommier 7 par Pierre-Abraham Guignard

Riassunto
Decorazioni Luigi XVI a Neuchâtel

L’antica dimora della famiglia de Meuron, situata in rue du Pommier 7 a Neuchâtel, ha conservato una parte degli arredi originali del XVIII secolo. Il salone, riccamente decorato tra il 1778 e il 1780, rappresenta un insieme intatto e di notevole qualità. Ispirato allo stile Luigi XVI comprende, oltre ai mobili d’epoca, un soffitto con motivi a stucco e delle pregiate boiserie con trofei in bassorilievo ornati con dorature. Il carteggio tra il committente e il suo artigiano, conservato presso l’Archivio di Stato di Neuchâtel, documenta la creazione delle decorazioni e consente di chiarire la carriera ancora sconosciuta del loro autore, l’ebanista vodese Pierre-Abraham Guignard.

 

Dossier 4
Maria Fazioli Foletti
Il gusto per l’ornato
Breve storia di un decoro neoclassico nel castello della famiglia Trefogli a Torricella

Riassunto
Un castelletto circondato da un vasto parco e da lussureggianti vigne domina la vallata che va verso Lugano. Siamo a Torricella, dove la famiglia Trefogli nel corso del tempo ha costruito la sua dimora. Qui sono nate generazioni di artisti e ciascuno di essi ha contribuito all’ampliamento della casa di famiglia, che originariamente consisteva in una semplice casa di contadini benestanti. Successivamente è stata ampliata fino a diventare il castelletto che ancora oggi si impone alla vista sopra la chiesa del paese. Questo contributo vuole focalizzare la sua attenzione sul decoro neoclassico presente nella parte originale dell’edificio, opera di Marco Antonio Trefogli (1789-1854), ornatista al seguito di Felice Giani e Pelagio Palagi. Due piccole stanze contigue e un terrazzino mostrano un decoro in stile curato in ogni dettaglio ed eseguito secondo i tipici modelli decorativi in voga nel periodo. Un vezzo dell’artista che dopo essere stato costretto ad abbandonare l’attività lavorativa fa ritorno definitivamente nella casa paterna. Qui decide di ricreare l’ornamento che solitamente realizzava nei grandi saloni delle ricche dimore nobiliari. Il risultato è una testimonianza dell’abilità e del gusto dell’artista, importante per completare il ritratto della sua opera artistica in Italia e nel Canton Ticino.

 

Essay | Essai | Saggio
Marie Theres Stauffer
Glanzvolle Raumfolgen
Die Rolle des Spiegels in französischen Interieurs des 17. und 18. Jahrhunderts

Riassunto
Brillanti sequenze spaziali

All’inizio dell’epoca moderna gli specchi rappresentavano elementi pregiati e ricercati nelle decorazioni degli interni. Dal XVII secolo acquistarono sempre più importanza negli sfarzosi arredi degli appartamenti aristocratici. Le superfici specchianti vennero integrate come componenti fissi nel rivestimento delle pareti per la prima volta intorno al 1650 a Parigi e nei dintorni, come testimoniano i gabinetti e le gallerie di specchi conservati fino a oggi. Nello stesso tempo in Francia la crescente domanda di specchi portò alla creazione di officine nazionali, dopo che il mercato era stato a lungo dominato dalle vetrerie veneziane. Le innovazioni tecniche nella produzione di specchi si svilupparono quindi di pari passo con il loro utilizzo nella decorazione degli interni. La moda francese degli specchi è riconducibile da un lato al fatto che gli arredi delle dimore signorili venivano intesi dagli architetti come parte integrante del progetto unitario che informava l’intero edificio; dall’altro lato al fatto che il prosperoso ceto superiore, il cui gusto era improntato allo stile di vita del re, considerava gli specchi come simbolo di una condizione sociale che ambiva al lusso e coltivava il desiderio di distinzione.

 

Dossier 5
Marc Philip Seidel
Antonio De Gradas Dekoration privater Villen um 1900
Gesamtkunstwerke zwischen Jugendstil und Historismus

Riassunto
Le decorazioni di Antonio De Grada in ville private intorno al 1900

La Villa Dem Schönen e la Villa Maria, costruite a Zurigo nel 1899, sono due testimonianze esemplari dell’accresciuta esigenza di rappresentanza dell’alta borghesia a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Le due aristocratiche ville, tra storicismo e liberty, nascono da una concezione artistica che pone in relazione i due edifici come parti integranti di un’eclettica opera d’arte totale. Le pitture decorative di Antonio De Grada (1858-1938), che sul piano cronologico costituiscono l’ultimo tocco nel completamento delle due sontuose dimore, forniscono la chiave di lettura del complesso programma iconografico. Le massime latine, le scene mitologiche e i motivi figurativi e ornamentali di piante, fiori e animali si riferiscono alle principali tematiche di fondo: nella Villa Maria predominano la fertilità e la bellezza di flora e fauna, mentre nella villa Dem Schönen prevale la celebrazione delle diverse sfaccettature dell’amore.

 

Dossier 6
Isabel Haupt
«Freude am eigenen Heim»
Die dekorative Ausgestaltung Aargauer Unternehmervillen um 1900

Riassunto
La decorazione degli interni nelle ville di imprenditori argoviesi intorno al 1900

La dimora dell’imprenditore è un campo di sperimentazione dell’autorappresentazione borghese. Lo dimostra in particolare la decorazione dell’atrio, che intorno al 1900 costituiva spesso il nucleo della casa. Il ventaglio stilistico, la pluralità dei materiali disponibili e la diversità degli approcci progettuali sono documentati in modo esemplare in due ville del canton Argovia. La villa Fischer-Weber, costruita nel 1899 a Meisterschwanden per un fabbricante di prodotti in paglia, si distingue per le ricche decorazioni a stucco e la vetrata di Albert Lüthi. Nella villa Baumann a Baden, commissionata nel 1905 dal direttore finanziario della BBC agli architetti Curjel & Moser, lo spazio architettonico e gli arredi si coniugano a formare un’unità.

 

Dossier 7
Simona Martinoli
«Vogliamo anche che la nostra casa sia bella»
Architettura residenziale art déco a Lugano

Riassunto
Da edifici improntati al recupero della classicità, iscrivibili al clima culturale del Novecento milanese, a singoli elementi architettonici o decorativi che vanno ad «addolcire», specialmente negli interni, costruzioni di matrice razionalista, anche in Ticino nel periodo tra le due guerre si assiste a una breve fioritura dell’art déco, con un apice intorno al 1930. Nel presente contributo si focalizza l’attenzione su alcuni esempi scelti nella città di Lugano Senza avventurarsi in sperimentazioni radicali, commercianti, imprenditori e liberi professionisti desiderosi di soddisfare le proprie esigenze di rappresentatività e innovazione si aprono a questo stile cosmopolita che interessa principalmente l’ambito residenziale.

 

Dossier 8
Stefanie Wettstein und Lino Sibillano
Das Ornament als Mitbewohner
Veredelnd, verspielt, verrückt – aktuelle Positionen zum Einsatz von Ornamenten im Wohnraum

Riassunto
L’ornamento come coinquilino

Dopo dibattiti intensi e polemici, si è tornati ad assumere un atteggiamento più sereno nei confronti dell’ornamento: da alcuni anni gli interventi decorativi sono di nuovo ammessi anche nello spazio abitativo. Tale tendenza va di pari passo con il desiderio di ambienti più confortevoli e con l’esigenza di atmosfere differenziate, che trovano espressione in un generale ritorno al colore nello spazio domestico. L’ornamento genera una presenza viva nell’ambiente: ne sono una testimonianza i quattro esempi illustrati, diversi fra loro nell’approccio creativo e nelle scelte tecniche adottate dagli artisti e dai progettisti del colore. Gli interventi ornamentali si rivelano coinvolgenti, sfidano la sensibilità del fruitore e invitano alla riflessione. Essi confermano inoltre che l’odierna creazione di interni mediante interventi decorativi individuali produce risultati stimolanti, anche nel modesto spazio abitativo privato.

 

KdS | MAH | MAS
Die Redaktionskommission
Im Dienste der Gesamtreihe der Kunstdenkmäler der Schweiz

 

Aktuell | Actuel | Attuale
Billet de la direction
Notre environnement naturel et culturel une nouvelle fois en danger

 

Interview KdS | Interview MAH | Intervista MAS
«Die Kunstdenkmäler der Schweiz» – prominent
Dr. Christoph E. Hänggi

 

Aktuell | Actuel | Attuale
Michael Stettler (1913-2003)
Zum Gedenken an seinen 100. Geburtstag an Neujahr 2013
Hermann v. Fischer erinnert sich an die langjährige Zusammenarbeit und Freundschaft.

 

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Prezzo
CHF 20.00
Prezzo membri SSAS
CHF 15.00
Tipo:
Buch
Illustrazioni
115
Numero pagine
88
Autori
Diverse
Numero articolo
K+A-2013.1
Lingua
Deutsch
Französisch
Italienisch
Data di uscita
ISBN
978-3-03797-095-9
Casa editrice
Gesellschaft für Schweizerische Kunstgeschichte