k+a 2013.3 : Licht und Beleuchtung | Lumière et éclairage | Luce e illuminazione

k+a 2013.3 : Licht und Beleuchtung | Lumière et éclairage | Luce e illuminazione

Editorial
Sono trascorsi duecento anni da quando l’invenzione di nuove lampade ha innescato il rapidissimo sviluppo della luminosità artificiale. Se nel XVII secolo in occasione di festività si dovevano utilizzare migliaia di candele o fiaccole per illuminare parchi ed edifici, oggi – all’epoca dell’illuminazione intelligente a LED – bastano poche fonti luminose, collocate in maniera discreta. Nel XIX secolo le invenzioni e le applicazioni tecniche nel campo dell’elettricità aprirono la strada all’evoluzione e spianarono la via a numerose fantasie luminose intese a rischiarare a giorno la notte buia. Il concetto corrente di «inquinamento luminoso» ricorda peraltro che l’impiego della luce artificiale comporta anche dei rischi. Gli autori di questo numero «mettono in luce» le diverse sfaccettature dell’utilizzo e degli effetti di fonti luminose artificiali e naturali nell’architettura e nell’urbanistica: dalla regia della luce nell’architettura sacra ai dispositivi di illuminazione nella «Settimana della luce» del 1932 a Zurigo, all’impiego della luce nei primi progetti di Le Corbusier, i contributi indagano i temi più diversi. A complemento dei testi, il saggio fotografico di Adrien Barakat rivela, attraverso esempi storici e contemporanei, il variare del volto dei corpi architettonici con il mutare delle ore del giorno e della notte. «La luce dà vita all’architettura» – una massima che vale anche per Walter Moggio, architetto della luce, che nel corso di un’intervista illustra le molteplici sfide poste dal suo lavoro.

Essay | Essai | Saggio
Daniela Mondini
Himmelslicht
Lichtregie im Sakralbau

Riassunto
Luce celeste – regia della luce nell’architettura sacra
Nella maggior parte delle religioni, la luce è correlata a manifestazioni del divino. Anche l’architettura cristiana ha sfruttato fin dall’inizio gli effetti della luce naturale e dinamica che penetra nell’ambiente ecclesiastico, per destare nei fedeli emozioni specifiche, sollecitate tramite una sapiente regia della luce. Le chiese paleocristiane privilegiavano l’orientamento dell’abside verso est, mentre la luce era filtrata da grandi finestre decorate con vetrate diafane. Nell’architettura romanica si affermò invece una regia della luce basata su contrasti chiaroscurali, ottenuti mediante un dosaggio preciso e una focalizzazione mirata della luce nell’ambiente buio. La riduzione del numero di finestre e delle loro dimensioni andò probabilmente di pari passo con una rivalutazione del lume di candela nella liturgia. In epoca gotica, al contrario, l’introduzione di ampie vetrate istoriate inondò l’interno della chiesa di un’intensa luce colorata, che secondo l’incidenza del sole si rifletteva sulle superfici intonacate di chiaro. La parete totalmente diafana, che rende obsoleta la finestra, acquisì importanza solo nell’architettura ecclesiastica moderna. Se fino ad allora all’interno della chiesa il cielo “intramondano” non era percettibile direttamente, ma solo attraverso gli effetti straniati della sua luce, in alcuni interventi artistici contemporanei è presente almeno attraverso la sua immagine.

Dossier 1
Christoph Bignens
Die Zürcher Lichtwoche 1932
Frühes Beispiel einer konzertierten Aktion von Wirtschaft, Technik und moderner Gestaltung

Riassunto
La Settimana della luce a Zurigo nel 1932
La Settimana della luce si tenne a Zurigo nell’ottobre del 1932 per una durata di nove giorni. Gli organizzatori, attivi nel settore dell’industria elettrica, volevano presentare al pubblico soluzioni illuminotecniche moderne. All’imbrunire si svolgevano cortei illuminati a festa, così come gare sportive e giochi d’acqua alla luce di fari. Voli panoramici consentivano la visione dall’alto del mare di luci della città. Le facciate di diversi edifici storici nel nucleo cittadino vennero illuminate in modo particolarmente efficace. Numerose vetrine e insegne luminose mostrarono l’impiego della luce elettrica al servizio della pubblicità. Il Museo di arti applicate di Zurigo presentò per l’occasione lampade moderne per la casa e l’ufficio. All’organizzazione della Settimana della luce parteciparono oltre due dozzine di membri dello Schweizerischer Werkbund. Quest’ultimo era stato creato il 17 maggio 1913 a Zurigo da un gruppo di architetti, artisti e industriali di spirito avanguardista, che si erano proposti di riformare la collaborazione tra arte e industria. La Settimana della luce offrì loro una felice opportunità per estendere le riforme al campo dell’illuminazione elettrica.

Dossier 2
Silvia Berselli
« Clarté » ou « clair-obscur sentimental » ?
Mise en scène de la lumière à la Maison blanche et à la villa Turque du jeune Le Corbusier à La Chaux-de-Fonds

Riassunto
Regia della luce del giovane Le Corbusier
Nelle due ville prese in esame, la Maison Blanche e la Villa Turque di La Chaux-de-Fonds, Le Corbusier inserisce dispositivi architettonici come aperture, superfici riflettenti, amplificatori luminosi e lampade, atti a modellare la luce naturale e artificiale negli interni. Gli effetti prodotti da questi dispositivi appartengono a due mondi estetici diametralmente opposti: quello apollineo della «clarté», che prelude al movimento moderno, e quello dionisiaco del «clair-obscur sentimental», che tradisce reminiscenze Art Nouveau e simboliste, o forse contiene in nuce le tinte forti e mistiche della poetica brutalista. Il saggio analizza alcuni di questi elementi evidenziandone le caratteristiche materiche, il rapporto con il volume architettonico in cui si inseriscono e soprattutto gli effetti di luce prodotti.

Dossier 3
Marco Marcacci
Paesaggi di luce
L’illuminazione di monumenti storici nella Svizzera italiana

Riassunto
Tra le forme d’illuminazione artificiale esterna che si sono diffuse nel XX secolo, vi è anche quella di monumenti sacri e profani. Accanto a decorazioni natalizie, insegne luminose ed altri effetti di luce suggestivi, l’illuminazione monumentale contribuisce a inscenare un vero e proprio paesaggio notturno, comunemente percepito come simbolo di progresso e di comfort, nonché come attrazione turistica. La storia dell’illuminazione permanente di monumenti storici nella Svizzera italiana – dei castelli di Bellinzona, di numerose chiese di villaggio e persino di una centrale idroelettrica – rivela una correlazione temporale con il forte e disordinato sviluppo edilizio del secondo dopoguerra. L’illuminazione di elementi del patrimonio culturale si può quindi leggere come volontà di selezionare un paesaggio pregiato, occultando il brutto e il banale. Molti di questi monumenti costituiscono anche una specie di museo notturno per i viaggiatori in transito.

Interview | Interview | Intervista
Michael Leuenberger
Lob des unauffälligen Lichts
Interview mit Lichtarchitekt Walter Moggio

Ob Hauptbahnhof St. Gallen, Stadtkirche Winterthur oder Jacobsvillen in Zürich: Walter Moggio, Träger des «Prix Lumière», akzentuiert mit seiner Lichtarbeit moderne und historische Bauten. Als Regisseur inszeniert er Architektur mit Licht – und verzichtet bewusst auf spektakuläre Effekte.

Dossier 4
Lisa Laurenti Wyss
Quand la lumière fusionne avec l’ornement

Riassunto
Quando la luce si fonde con l’ornamento
Attraverso lo studio di alcune luminarie, il contributo pone in luce svariati aspetti delle arti decorative in Svizzera tra il XVIII e il XX secolo. Gli esempi di arte applicata presi in esame rivelano le molteplici connessioni tra la creazione artistica e i suoi riferimenti culturali, l’evoluzione del gusto, gli sviluppi tecnici e l’interazione tra creatori, produttori e consumatori. La ricca varietà culturale e artistica della Svizzera è posta in risalto attraverso gli oggetti selezionati, richiamando l’attenzione sull’influenza stilistica esercitata dalle scuole dei Paesi confinanti e sull’espressione delle specificità regionali, che nel loro punto di confluenza generano un’estetica propria. Il gusto distintivo e dominante della cultura borghese, le estese relazioni commerciali, l’arrivo di artigiani, nonché la diffusione internazionale dei modelli stranieri hanno informato, stimolato e arricchito le arti decorative svizzere.

Dossier 5
Marco Di Nallo
Bambini illuminati: il valore della luce naturale nell’architettura scolastica svizzera

Riassunto
Sulla base dalle teorie igieniste del XIX secolo la luce naturale diventa nel corso del XX secolo uno dei temi fondamentali nella progettazione di edifici per l’istruzione, forse più che in qualunque altra tipologia. All’inizio del XX secolo, infatti, le ricerche in campo medico e il movimento della scuola all’aria aperta influiscono positivamente sugli sviluppi dell’architettura scolastica moderna e sulla ricerca di dispositivi per il controllo della luce naturale: la corretta illuminazione delle aule contribuisce alla salute dei bambini e al loro rendimento, oltre che al carattere fisico ed estetico dell’ambiente scolastico. Nel corso degli anni Venti e Trenta gli architetti moderni propongono una scuola proporzionata alla scala del bambino, con un contatto diretto con la natura e sistemi di illuminazione e ventilazione bilaterali, ma è soprattutto nel dopoguerra, grazie al contributo di Alfred Roth, che queste idee vengono applicate. Ogni concorso rivela nuovi progressi in termini di pedagogia, ambiente e illuminazione: le aule sono illuminate bilateralmente tramite sopraluce posto fra due spioventi sfalsati, con luce zenitale o grazie a particolari soluzioni planivolumetriche.

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Prezzo
CHF 20.00
Prezzo membri SSAS
CHF 15.00
Tipo:
Buch
Illustrazioni
94
Numero pagine
68
Autori
Diverse
Numero articolo
K+A-2013.3
Lingua
Deutsch
Französisch
Italienisch
Data di uscita
ISBN
978-3-03797-097-3
Casa editrice
Gesellschaft für Schweizerische Kunstgeschichte